lunedì 26 dicembre 2016

Scrittori e scrittrici ticinesi: Non sono Cappuccetto rosso, il libro necessario di Roberta Nicolò

Non sono Cappuccetto rosso (Ma.ma edizioni, 2015) è un libro necessario e coraggioso di Roberta Nicolò, giornalista ed antropologa conosciuta per il suo webmagazine Faigirarelacultura e per gli articoli sempre interessanti di antropologia, che scrive sul settimanale Azione.


Una prosa nervosa che procede con una punteggiatura inusuale con tanti tanti punti fermi e maiuscole ovunque, perché quando si fa il punto sulle cose importanti della vita, sulle certezze conquistate con fatica anche la punteggiatura aiuta a fare chiarezza.
La storia autobiografica si fa strada come un puzzle, che rispecchia il procedere della memoria. Da un mosaico fatto di tessere-ricordo man mano si ricostruisce un quadro, una persona. Flash, frammenti che come un occhio di bue su un palco, mettono a fuoco ora una bambina, ora una donna, entrambe sole e impaurite, entrambe cercano di vivere nonostante, provano a darsi una patina di normalità, ma non sempre ci riescono. Nella donna poi c’è una fame di verità, che finalmente solo dopo i trent’anni viene saziata e da lì “ogni cosa è illuminata”. Il mostro, l’ombra spaventosa dell’infanzia, nella maturità finalmente ha un volto, un corpo contro cui si può combattere anche fisicamente, per sconfiggerlo e archiviarlo. 
Roberta Nicolò
Grazie anche all’aiuto della madre, Roberta ricorda l’abuso subito a 5 anni e può finalmente elaborare il trauma, sciogliere il grumo opaco di dolore con il racconto, come dice anche la psicologa Silvia Vegetti Finzi. Il racconto diventa poi anche pubblico e una giustizia giudiziaria prova almeno in parte a riequilibrare le cose.
Ci vuole un gran coraggio a scrivere questo libro breve, intenso, ben scritto, un libro necessario: il coraggio di ama ancora il suo prossimo e grazie alla propria testimonianza, alla propria esposizione vuole aiutare chi è ancora preda dei mostri. Un libro in cui l’autrice dimostra che il racconto condiviso riesce a dare forma ai lupi cattivi, che solo così possono essere combattuti e anche se con fatica anche sconfitti, per riprendersi indietro finalmente la propria vita.

di Cristina Radi

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