venerdì 3 marzo 2017

Scrittori e scrittrici ticinesi: I giorni del delfino di Monica Piffaretti

Continuando il mio percorso alla scoperta degli scrittori e delle scrittrici svizzeri di lingua italiana, soprattutto del Ticino, non potevo non soffermarmi sui libri di Monica Piffaretti, che oltretutto mi è capitato di conoscere per lavoro. Piffaretti ha scritto diversi testi, romanzi e racconti, ho voluto cominciare dalla lettura de I giorni del delfino (edizione SalvioniNarrativa). Un libro profondamente attuale, che parla a noi Europei, a noi mamme con figli adolescenti, ai nostri figli adolescenti, a noi uomini e donne di questo tempo, confrontati con una realtà di migrazione, che sempre di più non ci arriva solo attraverso immagini televisive, ma incrocia gioco forza le nostre vite.

Monica Piffaretti
La storia è quella di Riccardo, unico figlio di una famiglia svizzera benestante, che come tanti è un adolescente senza infamia e senza lode, e che sentendosi un giorno confrontato dai suoi genitori alla pecora nera che c’è in ogni famiglia, ha un crollo e imbocca una china irreversibile, fatta di ribellione, sballo, depressione. L’unica medicina sarà l’incontro con chi ha dei problemi “reali”, di fronte ai quali lui con la sua vita da ameba, risalta come il “fortunato”. Questo incontro seppur fugace, gli permette di riprendersi in mano la vita, dandogli anche le emozioni del grande amore.

Lo stile è sempre semplice quasi cronachistico, che fa trapelare la formazione giornalistica della scrittrice, proprio per questo il libro e la sua storia sono adatti anche ad un lettore adolescente, che certo si riconoscerà in qualche modo nella vita e nei pensieri di Riccardo.
La storia ha a tratti i toni del giallo, e solo nel finale un po’ a sorpresa si svelerà il mistero della scomparsa della protagonista femminile, Gènial. Attorno a loro due, diversi personaggi rimangono in secondo piano e hanno forse volutamente poco spessore: i genitori che soffrono e si interrogano su questo loro unico figlio in preda ad un buio che sembra irreversibile e così pure la compagna Marie, una Penelope al contrario in attesa solo del momento, in cui il suo partner la abbandonerà per ricongiungersi al suo vero inizio di rinascita, in cui lei non è compresa.

Il confronto fra Riccardo e Genial non è solo fra chi ha e chi non ha, fra Nord e Sud del mondo, ma è anche fra società dove pure nell’estrema povertà ci si ascolta e si soffre insieme e società dell’individualismo, in cui i genitori non hanno idea di cosa passi per la testa dei figli, e dove regna il dialogo del muro contro muro e delle porte sbattute. Per risolvere i suoi problemi, Riccardo ha forse solo bisogno di qualcuno che con semplicità si metta ad ascoltarlo e provi a capirlo con il cuore senza giudizi e pregiudizi, condividendo con lui un percorso fatto di empatia e solidarietà umana. Un bisogno universale anche per Genial e in fondo per ognuno di noi.


di Cristina Radi

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