lunedì 28 agosto 2017

La diversità come percorso al Festival di narrazione di Arzo 2017

Anche quest’anno mi sono concessa un sabato di spettacoli al festival di narrazione di Arzo, piccolo borgo di Mendrisio. Senza fare una scelta totalmente consapevole, ma seguendo più che altro istinto e gusto personale, ho segnato un percorso fra i temi della diversità.
Far sentire lo spettatore parte di una storia, anche molto lontana da lui, è la miglior dote del teatro di narrazione, fatto di nulla, di parole e nient’altro, che apre scenari e crea mondi. Forse per questo amo tanto il teatro di narrazione ben raccontato e i libri di narrativa ben scritti.
Degli spettacoli che ho visto, quindi, voglio segnalarne due in particolare, che hanno appunto la cifra del diverso e seppure sono molto differenti fra loro, sono legati dal senso del coinvolgimento. 

Bintou Ouattara in Kanu
Ho iniziato il mio pomeriggio con Kanu (amore in lingua bambarà), che mi ha proiettato nelle atmosfere e nelle storie africane alle sponde del Niger. Uno spettacolo per i bambini dai 6 anni, ma davvero godibile per tutti. Nel Mali si dice Là dove ci si ama, non scende mai la sera: è l’incipit dello spettacolo. Un ampio vestito bianco è l’unica scenografia, indossato dalla splendida Bintou Ouattara, che racconta, canta e danza insieme a Daouda Diabate, che canta e suona strumenti tipici africani e Kadi Coulibaly, anche lei cantante e danzatrice. La storia è semplice e si fa pretesto e tela per tessere con perizia l’arazzo di un mondo fatto di leggende a contatto con la natura, dove ogni animale e ogni pianta trae la sua origine da un racconto, tramandato da innumerevoli generazioni. Bintou Ouattara è anche lei una forza della natura, dalla mimica facciale e dalla presenza scenica notevole, da sola riempie tutto il palco, raccontando e interpretando tutti i personaggi. Intermezzi di balli, canti e lingua volutamente incomprensibile, ma in fondo comprensibilissima a tutto il pubblico che infatti ride senza capire le parole, sono i nodi di questo arazzo che ci restituisce l’immagine di un’Africa festosa e variopinta, che forse esiste ormai solo nelle storie.

Aleksandros Memetaj
Si ride, si soffre, si comprende e si condivide in Albania, casa mia di e con Aleksandros Memetaj, a piedi nudi sulla sua Albania. 
Qualche tempo fa avevo letto di un esperimento di immedesimazione fatto in Ticino, per far intuire ai bambini e ai ragazzi cosa provano i profughi che arrivano nei barconi, facendoli sistemare in navi immaginarie approntate nelle palestre e raccontando loro le avversità di un viaggio senza ritorno, dagli innumerevoli rischi.
Bene, Aleksandros in poco più di un’ora fa un’operazione molto simile con il suo pubblico, raccontando del viaggio dall’Albania in Italia, dei suoi genitori e suo, bimbo di 5 mesi. Della difficoltà di inserirsi in un piccolo paese del Nord Est italiano, che li accetta senza entusiasmo solo per necessità di forza lavoro; del sentirsi sempre in mezzo, fra due lingue e due culture, come in mezzo all’Adriatico fra Brindisi e Valona, con l’Adriatico che divide e unisce. I toni sono per lo più drammatici, ma mai tragici anzi si ride anche molto, soprattutto quando Memetaj con ironia, fa il verso di alcuni veneti rozzi e ottusi o di altri invece gentili, come il pizzaiolo Alfredo che insegna a fare la pizza a suo padre appena arrivato in Italia, spiegando che va “accompagnata” in forno. E non risparmia neppure la caricatura di alcuni tipici uomini albanesi, anch’essi comici nella loro semplicità. La drammaturgia dello spettacolo in una commistione di italiano, albanese e veneto alternando toni diversi, crea in chi segue stati d’animo differenti, portando ad un coinvolgimento vero dello spettatore. Come un violino ben accordato, Aleksandros in quest’ora di spettacolo suona tutte le note del suo testo con maestria e bravura interpretativa, fino a condurci passo dopo passo al pathos del finale che ascoltiamo con il fiato sospeso, ma senz’altro tifando per il lieto fine. 


Interessante anche la mostra Omocausto, allestita a Corte Camaleonte e realizzata dall'ArciGay Italia con la collaborazione del professor Giovanni Dall'Orto. I pannelli esplicativi raccontano di un eccidio passato sotto silenzio per troppi decenni: quello degli omosessuali sterminati nei campi di concentramento nazisti, a causa della loro diversità e silenziato anche dopo, per un senso di vergogna dei sopravvissuti. Un bell’omaggio di Arzo per la diffusione e la conoscenza di una verità nascosta troppo a lungo.

Una finestra di Arzo



di Cristina Radi

martedì 22 agosto 2017

Festival internazionale di narrazione di Arzo, 18° edizione dal 24 al 27 agosto

L’apertura in piazza della 18° edizione del Festival di narrazione di Arzo, giovedì 24 agosto ore 21.30 è affidata all'attore autore e regista pugliese Oscar De Summa, che presenta La sorella di Gesucristo, ultimo capitolo della sua Trilogia della provincia, un progetto di forte componente autobiografica, in cui porta in scena alcune realtà del Sud Italia degli anni Ottanta. Alla corte dell’Aglio sabato sera il secondo capitolo dal titolo Stasera sono in vena e in un incontro con il pubblico alla Corte dei Miracoli nel pomeriggio di sabato.

Lucia Marinsalta in 5 cm-d-aria© foto di Laila Pozzo.
Protagonista della serata di venerdì 25 sarà Saverio La Ruina, ospite dalla corte dei Miracoli alle 18.30 per parlare dello spettacolo che presenta in piazza alle 21.30: Masculu e Fìammina. Attraverso la lunga confessione di Peppino alla madre morta, La Ruina restituisce voce a tutti coloro che sono costretti dall’intolleranza a vivere segretamente il proprio amore, sopportando nella solitudine e nel silenzio la violenza e la discriminazione della quale sono ancora vittime gli omosessuali. Al tema è dedicata anche un’esposizione sull’Omocausto che sarà aperta al pubblico da venerdì alle 18.00 e per tutta la durata del Festival. I tre appuntamenti sono sostenuti dal PIC (Programma di integrazione cantonale del Dipartimento delle Istituzione della Repubblica e Cantone Ticino).

Tra sabato e domenica da segnalare la presenza di due giovanissimi attori: Lucia Marinsalta che ricostruisce in 5 centimetri d’aria, la tragica vicenda del rapimento di Cristina Mazzotti e l’epoca nera dei sequestri di persona ad opera della criminalità organizzata e Aleksandros Memetaj che nel suo Albania casa mia racconta il suo sbarco a Brindisi nel 1991 e la sua infanzia nel veneto, caratterizzata dal pregiudizio e dalla xenofobia. Anche Aleksandros Memetaj sarà ospite alle corte dei Miracoli domenica pomeriggio, in un incontro con Marco Mona, presidente dell’Associazione Festival di narrazione, per confrontarsi su un tema di grande attualità.
Quarto incontro alla corte dei Miracoli, domenica pomeriggio è quello con Murubutu, il rapper emiliano che sabato sera alle 23.00 animerà la piazza con i suoi rap-conti: nel concerto L’uomo che viaggiava nel vento narrazione e musica rap si mescolano per portare anche ai più giovani storie e tematiche sociali e culturali, che spesso diventano stimolo per riflessioni e approfondimenti.
Ai bambini e dei ragazzi sono dedicati alcuni spettacoli dei pomeriggi di sabato e domenica.

Bintou Ouattari
Tra gli ospiti, Roberto Anglisani, che accompagna il Festival di Arzo fin dalla sua nascita e che quest’anno festeggia i suoi quarant’anni di carriera artistica, proponendo alcuni dei suoi cavalli di battaglia: L’avventura di Nino e Il sognatore, ispirato a L’inventore di sogni di Ian McEwan in replica anche domenica mattina alle 11.00 alla Corte dell’Aglio. Anglisani sarà presente al Festival anche con la sua ultima produzione per adulti, Giobbe. Storia di un uomo semplice, adattamento del romanzo di Joseph Roth e incontrerà il pubblico alla Corte Don Rodrigo per raccontare la sua lunga storia di raccontatore di storie.
Paura e coraggio, diversità e bellezza: temi anche delle proposte per i più piccoli nella convinzione che la narrazione è un’esperienza di crescita da condividere. Accanto a compagnie già note al pubblico di Arzo, come il Teatro Principio Attivo di Lecce, il Teatro del Piccione di Genova e i Confabula, molte nuove proposte: Azzurra e Sole, della compagnia Onda Teatro, Kanu - amore in lingua bambarà della compagnia Piccoli Idilli e I brutti anatroccoli della Compagnia Stilema di Torino.


di Cristina Radi

venerdì 11 agosto 2017

Il Minotauro-nel labirinto al passo della Futa (fino al 20 agosto), Archivio Zeta

Fino al 20 agosto 2017 (ore 18.00) va in scena lo spettacolo il Minotauro-nel labirinto di Julio Cortázar, nuovo e atteso lavoro della Compagnia Archivio Zeta, diretta da Gianluca Guidotti ed Enrica Sangiovanni, in scena con Ciro Masella e con Antonia e Elio Guidotti, Francesco Fedele, Carolina Giudice, Andrea Sangiovanni e la partitura sonora di Patrizio Barontini, che debutta, come da tradizione, nel Cimitero Militare Germanico del Passo della Futa. E mai come in questa occasione il luogo è parte integrante e cuore pulsante di questo spettacolo tratto da Los Reyes dello scrittore argentino Julio Cortázar, autore straordinario che ha ispirato, con le sue opere, anche il cinema di Antonioni e Jean Luc Godard.



Così lo spettacolo nelle parole di Archivio Zeta: Dal primo momento, appena entrati nel Cimitero Militare Germanico del Passo della Futa ormai 14 anni fa, questo abbiamo pensato di quel luogo: un enorme labirinto della memoria, nel quale perdersi, lasciarsi fagocitare dalla sua spirale di pietra, lanciare lo sguardo lungo le file interminabili di tombe e posarlo a volo d’aquila sulle colline circostanti, sul lago di Bilancino. Non un comune cimitero, non un luogo di retorica della Memoria, ma un luogo altro, dove si percepisce la differenza tra la vita e la morte, nel quale si possono raccontare i miti e le storie umane per vederne esplodere i significati, dove la nostra voce e la nostra presenza fanno eco e imprimono nello spazio le lacerazioni e il dolore di cui trabocca. Qui abita il nostro Minotauro. Ma finché non ci siamo imbattuti nel testo di Julio Cortázar, Los Reyes, non avevamo ancora il materiale giusto. Cortázar, signore dei giochi letterari, ci ha appassionato perché lavora sul conflitto fra la razionalità e la regolarità del quotidiano e l’irruzione dell’inconcepibile con la sua prosa poetica tutta forzata sul registro del sublime, confrontandosi con un mitologema antichissimo fondamentale. I racconti pur meravigliosi di Borges e Dürrenmatt non erano sufficienti all’azione teatrale. Il punto fondamentale sta nel ribaltamento totale del punto di vista. Dov’è il labirinto? Chi è il mostro chiuso nel labirinto? Chi è il Minotauro? La creazione del mostro, la persecuzione del mostro, la necessità del potere di avere un mostro per sfamare il Demone del popolo.


La Compagnia Archivio Zeta, fondata da Gianluca Guidotti ed Enrica Sangiovanni nel 1999, bolognese d’adozione, sì è distinta per il vivo interesse verso una ricerca che affonda nella memoria umana e nell’archivio, nello scandaglio di archetipi e della psiche umana. Dopo aver affrontato la drammaturgia classica (Omero, Aristofane, Euripide, Eschilo, Sofocle), e Pier Paolo Pasolini (con Pilade/Pasolini), la compagnia, continuando a portare avanti l’idea che il futuro abbia un “cuore antico”, ha scelto, con l’ultima produzione Macbeth essere (e) tempo, di rendere omaggio a Shakespeare. Archivio Zeta nel 2014 ha vinto il Premio Rete Critica per la miglior progettualità.



ingressi: biglietto intero 20€ ridotto 10€ (sotto i 25 anni)

bambini (sotto gli otto anni) gratuito

prenotazione obbligatoria 334 9553640 - www.archiviozeta.eu

mercoledì 2 agosto 2017

Torna a Gradara il Festival che fa sognare i bambini: The Magic Castle (Gradara, 4-9 agosto 2017)

Dal 4 al 9 agosto 2017 torna per la sua IV edizione The Magic Castle Gradara, con un programma ricco di novità dal respiro internazionale. The Magic Castle Gradara prende vita nella splendida cornice del rinomato borgo marchigiano: il cartellone dell’evento vedrà susseguirsi tra le vie e le piazze di Gradara tanti artisti provenienti da tutto il mondo.


L’incantevole borgo si trasformerà in un mondo favoloso dove incontrare fantastiche creature e personaggi di un mondo incantato: spettacoli e concerti dal vivo, artisti di strada e di teatrodanza, performers, funamboli, maghi e artisti circensi, ogni giorno accoglieranno ed incanteranno i bimbi e le loro famiglie trasformando Gradara, per sei indimenticabili giornate, in un “racconto” ricco di emozioni dal tardo pomeriggio fino a mezzanotte.



Programma 2017: tra i tanti appuntamenti speciali di quest’anno sono da segnalare, per la prima volta a The Magic Castle Gradara, i fantastici Funamboli di Slackline Bologna, le emozioni da film che si potranno vivere con The Green Show e i Leoni Danzanti di Italy Lion And Dragon Dance. Grande ritorno dei giganteschi Draghi degli olandesi Close Act, ormai parte integrante di questo magico appuntamento estivo, le “creature bioluminescenti” di eVolution Dance Theater, senza dimenticare gli enormi Insetti di M.R. Image Theater.

SERVIZI:

L’organizzazione dell’evento offre anche un comodo servizio di “Baby Corner” per cambio pannolini, deposito passeggini e noleggio marsupi, in collaborazione con Mammamamma di Cattolica www.mammamamma.it



INFORMAZIONI:

Biglietteria: aperta tutti i giorni dell’evento dalle ore 15.00. Il biglietto di ingresso costa 12 euro, ridotto per bambini dai 6 ai 12 anni 3 euro, gratuito per i bambini fino ai 5 anni.

Orari: gli spettacoli avranno inizio tutti i giorni a partire dalle ore 17.30.
I biglietti di ingresso si possono acquistare anche online sul sito www.liveticket.it/themagiccastle

Il programma dettagliato su www.themagiccastlegradara.it

Info: Proloco Gradara

tel.0541 964115 | info@gradara.org

www.themagiccastlegradara.it

www.facebook.com/TheMagicCastleGradara
www.instagram.com/themagiccastlegradara


di Cristina Radi