martedì 15 maggio 2018

In ogni opera, una storia da raccontare: il Remo, Fondazione Remo Rossi fino al 2 giugno

Trovo sempre interessante ed appassionato il lavoro di ricerca, che viene svolto alla Fondazione Remo Rossi di Locarno. Non essendo infatti più in vita nessuno dei parenti stretti del noto artista locarnese, le storiche dell’arte Diana Rizzi e Ilaria Filardi, che lavorano alla fondazione, devono svolgere per ogni esposizione un’accurata fase preliminare di ricerca e verifica. 
È il caso anche della mostra Il Remo: Lo scultore ritratto dagli amici artisti in corso fino al 2 giugno.

Ritratto di Remo Rossi, 1965, Terracotta policroma, di Ernesto Ornati

Dietro ogni opera c’è una storia da raccontare ed è per questo che la mostra, non va solo guardata ma anche ascoltata.
Dalle circa venti opere esposte trapela un Remo Rossi sociale, con una frequentazione assidua di un gruppo di amici artisti. Questo ci rivela un carattere sicuramente gioviale e appassionato di Rossi, ritratto dai suoi amici in pose anche divertenti e in momenti quotidiani o soprattutto al lavoro nel suo atelier, in Via Nessi.
Accoglie il visitatore come un padrone di casa sulla soglia della sua dimora, un busto policromo in terracotta di Rossi, opera del 1965 dell’artista italiano Ernesto Ornati. Il busto non ancora colorato faceva parte di una serie di ritratti che Ornati aveva dedicato anni prima a personalità dell’arte, ed era depositato da molti anni nel vecchio atelier di Rossi, ma ormai usurato dal tempo. La fondazione ha ripreso contatto con Ornati che si è offerto di sistemarlo, dipingendolo con la tecnica della policromia. Il risultato è documentato da un bel video della nipote dell’artista, che mentre lavora racconta anche le peculiarità della sua tecnica e anche la sua filosofia artistica, fatta di perizia e di attese pazienti.



Addirittura commovente la bella storia che accompagna i lavori di Renato Ovini, giovane artista allievo e collaboratore di Rossi, che scompare a soli 25 anni, artista già di pregio dal tratto pulito e netto. In mostra oltre ad un bel disegno di Remo a lavoro nel suo studio circondato dalle sue opere, anche un vasetto con la sagoma del maestro. Le opere di Ovini sono corredate da una lettera dai toni toccanti di suo padre Mario, che ringrazia Remo per aver saputo sostenere il talento e la passione del figlio, ormai perduto.


Vaso decorato con scene che ritraggono Remo Rossi a lavor, 1949, Terracotta smaltata,
 di Renato Ovini

La stretta amicizia e l’assidua frequentazione con Paul Erni è invece protagonista assoluta di un’intera teca contenente taccuini e disegni a pennarello, china e acquerello e appesi due disegni a carboncino. Paul era il fratello dell’affermato artista Hans Erni, ma evidentemente il talento era largamente diffuso in famiglia, perché pur non essendo noto, anche Paul denota una straordinaria perizia nel disegno e nella ritrattistica, che ci restituiscono non solo l’effige, ma anche il carattere del suo amico ticinese e delle sue opere. Un Remo Rossi assorto, rappresentato con la lunga sigaretta in bocca, il Brissago, dalla folta capigliatura in profili di felliniana memoria.


Ritratto di Remo Rossi di profilo, 1972, pennarello nero su carta, di Paul Erni
Troviamo poi disegni più giocosi come le divertenti caricature di Albert Lindi o i tratti veloci di Carlo Mazzi, che ritraggono il volto chinato di Remo, sicuramente intento al gioco delle carte, in una delle numerose e frequenti partite che si racconta disputassero i due.
Anche il dipinto a olio di Flavio Comolli merita un cenno di narrazione. Nell’archivio fotografico della Fondazione si trovava la foto di questo quadro, è stato contattato l’autore che ha raccontato di aver incrociato Rossi in un breve incontro pubblico e poi colpito dall’artista, averne voluto fare un ritratto con la sua opera Gli acrobati, avvalendosi di una fotografia.

Ritratto di Remo Rossi, 1983, olio su cartone, di Flavio Comolli
In mostra anche alcune straordinarie sculture bronzee di Rossi, per lo più accanto ai lavori dei suoi amici in cui sono ritratte e un paio di autoritratti.

Il Remo: Lo scultore ritratto dagli amici artisti
Fondazione Remo Rossi,
via Rusca 8 Locarno
La mostra è aperta fino al 2 giugno 2018
Orari: mercoledì, giovedì e sabato 9.00-11.30
venerdì 14.00-17.30
Aperture festive: 31 maggio (Corpus domini) : 09.00-11.30




Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.